una cooperativa al servizio della cultura

UOMO E AMBIENTE TRA
UTOPIA E APOCALISSE

Una cosa ho imparato, una cosa per voi,
ora che muoio
(..)
io vi dico:
pensate, per quando dovrete lasciare il mondo,
non solo a essere stati buoni, ma a lasciare
un mondo buono.
Bertolt Brecht

Tutto ha un prezzo: anche noi. Il denaro è ormai divenuto l'equivalente universale, tutto può comprare e in tutto si può trasformare; non conosce differenze o qualità: esso determina, e si determina, solo per la quantità. Così, il mercato è la modalità relazionale principale che intratteniamo con il mondo, con gli altri e perfino con noi stessi. Ciò che non abbiamo lo compriamo e ciò che non siamo, non lo diventiamo, ma pagando abbastanza possiamo acquistarlo. Ogni cosa può essere comprata e rivenduta: Ideali, Emozioni, Beni e Valori, in definitiva la nostra stessa Umanità, che così si trasforma a sua volta in Merce. Un illustre politologo ha definito la nostra struttura sociale, politica ed economica la fine e il fine della storia, l'inevitabile e definitivo approdo della storia umana. Siamo proprio certi che questo sia il migliore dei mondi possibili? Affogato dalla sovrabbondanza, l’uomo di questo inizio millennio sembra abbandonarsi agli sprechi, ad una febbre nevrotica che gli impone di superare incessantemente i limiti: di quanti megawatt procapite abbiamo bisogno? E di quante automobili per famiglia, climatizzatori per casa, canali televisivi per antenna, carte di credito per persona? Prigioniero dei consumi, l’uomo di questo inizio millennio sembra felice soltanto quando può comprare, non rendendosi conto che «i beni superflui rendono superflua la vita», come già ammoniva Pasolini. Così, il sé va in pezzi e all’interrogativo al quale l’umanità si sforza di rispondere da secoli – in cosa consiste l’essere e qual è il senso della vita – l’epoca attuale risponde esibendo messi infinite di merci. Tutto è consentito, purché vada nella direzione del progresso: una società taiwanese ha creato il pesce al neon, che si illumina nell’oscurità: l’invenzione più cool dell’anno secondo «Time». Il ministro dell’agricoltura olandese sta riflettendo sulla creazione di uno stabilimento agricolo innovativo denominato Deltapark dove coltivare frutta e legumi e allevare polli, maiali e salmoni per nutrire una città di un milione di abitanti, il tutto concentrato in un unico edificio di molti piani in cui si provveda anche alla macellazione, al confezionamento e al riciclaggio degli scarti. In Francia, un esperto di ricerca agroalimentare ha dichiarato che «le novità dell’industria agroalimentare devono tendere verso lo zero: zero preparazione, zero stoviglie, zero masticazione, zero calorie». Cosa dire, poi, dell’ectogenesi, cioè la gestazione di un bambino al di fuori del corpo della madre: richiede ormai soltanto una messa a punto e gli esperti di bioetica cominciano già ad interrogarsi sullo status di questi futuri neonati. Così, presto, molto presto, per fare i figli basterà depositare i propri gameti in una macchina, un utero artificiale, e ripassare nove mesi più tardi: ne aveva già parlato Aldous Huxley ne Il migliore dei mondi, solo che adesso sta per accadere davvero. Ma è solo l’inizio: un gruppo di ricercatori russi e bielorussi sta lavorando alla creazione di una capra transgenica che produca latte umano. All’università di Stanford, negli Stati Uniti, hanno creato un topo con un certo per cento di umanità, ma sperano di riuscire a fabbricare un giorno topi «con il cervello umano al cento per cento». Poi c’è l’altra faccia della medaglia, il lato oscuro dell’opulenza del Nord del Mondo Ricco il cui unico intendimento sembra essere quello di accantonare denaro, il Sud del Mondo Povero che vive di stenti e muore di fame strozzato dal debito: nel 2003, ad esempio, i Paesi ricchi del Nord del Mondo hanno erogato ai 122 Paesi del Terzo Mondo aiuti allo sviluppo per 54 miliardi di dollari mentre i 122 Paesi del Terzo Mondo, strangolati dal debito, hanno versato alle Banche dei Paesi ricchi del Nord del Mondo 436 milioni di dollari. Davvero un bell'aiuto, considerato che in quei paesi oltre un miliardo e mezzo di individui non ha accesso all’acqua potabile e un terzo della popolazione vive negli slum. Siamo certi che tutto ciò sia davvero inevitabile? Rispondere a queste domande è il filo conduttore di questa iniziativa che, avente per tema il degrado ambientale, la messa fuori mercato dei valori non monetari e il declino dell’uomo, proporrà momenti di approfondimenti secondo tre “format” differenti: proiezione e commento di documentari cinematografici, incontri con esperti, allestimento di mostre fotografiche tematiche. Un seminario sui temi proposti, curato dagli ideatori dell’iniziativa, completerà il percorso prospettato.

PROGRAMMA

Mercoledì 24 ottobre
Walter Ganapini, Un mondo usa e getta

Martedì 30 ottobre
The Road to Guantanamo

Mercoledì 7 novembre
Fast Food Nation

Mercoledì 14 novembre
Mario Ferrari, I limiti dello sviluppo: dalle battaglie ambientaliste
degli anni '70 alle emergenze planetarie del nuovo millennio


Mercoledì 21 novembre
Una scomoda verità

Mercoledì 28 novembre
Sicko

Mercoledì 5 dicembre:
Paola Monzini. Il mercato globale della prostituzione

Mercoledì 12 dicembre
Mario Ferrari, Nord e Sud del Mondo: la miseria della globalizzazione.
Dal Rapporto Brandt alla privatizzazione del mondo


Mercoledì 9 gennaio
Inaugurazione della mostra fotografica "Clima. Le ragioni
di uno sviluppo sostenibile" di Sebastiao Salgado

Mercoledì 16 gennaio
Andrea Marziani, Cinzia Paraboschi, Marco Meneghelli
L’ultimo uomo: le radici dell’antropocene e il declino dell’uomo.
Antropocentrismo, Biocentrismo, Transumanesimo e ipotesi di Gaia

Mercoledì 23 gennaio:
Gianni Tamino, Biopirateria e brevettabilità del vivente.